Live alla Reggia di Caserta, la mostra di Marco Abbamondi
– “Live” è il titolo della mostra personale dell’artista Marco Abbamondi. L’inaugurazione sabato 4 novembre ore 11,30 nelle retrostanze degli appartamenti storici del 700 alla Reggia di Caserta.
La mostra è stata realizzata in collaborazione con la Direzione Generale della Reggia di Caserta, la Galleria Paolo Bowinkel di Napoli ed è curata da Carla Travierso e sotto il matronato della Fondazione Donna Regina museo Madre. L’esposizione presenta una raccolta cronologica di 25 lavori esposte nelle sei sale (Ex Terrae Motus), in particolare, dalla prima collezione “Ex_stasi” passando per “Bellesguard” fino a “Lands e Puro Pigmento” ed una inedita installazione. Il progetto espositivo Live, che vede nella seconda stanza la collezione Lands esposta precedentemente al Metropolitan Museum di Tokyo, attraversa un percorso linearmente progressivo e cronologico di ricerca artistica e avvicina l’osservatore alla poetica di Abbamondi e alla forza espressiva dei suoi lavori. La creazione di un universo formale, astratto e concreto al tempo stesso, il rigore e l’equilibrio compositivo, la materia presa in prestito dalla natura, sono gli aspetti che la mostra cerca di mettere in luce, dimostrando una coerenza artistica che prescinde dalla forma. Queste opere, eseguite negli ultimi dieci anni, non solo radicalizzano l’importanza del gesto non più sottoposto alla supremazia del pennello e della pittura ma liberano il potenziale scultoreo dell’opera. Superfici quadrate, spesse, estroflesse, su cui si contorce un fitto intreccio di screpolature evocano il trascorrere del tempo evidenziando tutta l’ insofferenza dell’ artista verso una concezione del quadro come mero contenitore dell’immagine. I materiali impiegati originano dalla natura: il cemento, sostanza effimera è assenza di luce e colore, rappresenta nella sua degradabilità l’eterno dramma della caducità della vita; il pigmento è colore vitale che dona vita stessa all’opera, il sughero nobilita le superfici permettendo alle ombre di drammatizzare la luce in un’esplorazione tesa fra superficie e profondità, levità e concretezza. Sono materiali la cui usura fa parte della vita, ma che conservano in sé un’energia che ha un valore quasi primordiale. Nella sua poetica il concetto di consunzione è sempre presente e raggiunge in questo ciclo, il massimo di purezza e di espressività.
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