Napoli, vanno in TRAM le buie “Lacerazioni” di Fabio Pisano

Napoli, vanno in TRAM le buie “Lacerazioni” di Fabio Pisano

(Pietro Battarra) – «Lacerazioni è uno spettacolo scomodo, una continua dicotomia, sviluppata tra amore e odio. Tra il coraggio della solitudine e la paura del mondo esterno», così racconta a OndaWebTv Fabio Pisano, autore e regista appunto di Lacerazioni, spettacolo in scena al TRAM di Port’Alba a Napoli venerdì 7 e sabato 8 aprile alle ore 21 e domenica 9 alle 18, protagonisti Monica Palomby e Luigi Credendino, costumi di Annalisa Ciaramella, suggestioni sonore di Francesco Santagata, scene di Liberaimago.
17410259_578280419028036_1297921151_n«Ispirato al mito della caverna di Platone, narra di una società che inietta insicurezze, paure. E ci costringe – prosegue Fabio Pisano – a scelte estreme. Narra di Oud. Della sua scelta. Della scelta di passare tutta una vita rinchiuso nella sua roulotte; vivendo, e credendo che il tempo lì non passi. Che il consumo lì non esista. Oud, e poi Amanda. I due si amano, si odiano, si rallegrano e s’intristiscono le esistenze, in una stanza centro del “loro” mondo e al contempo fuor dal mondo vero. Lasciando che il tempo passi e logori tutto. La paura del “fuori” o del “dentro”, la paura di uscire dalla caverna, fa dello schiavo schiavo prima di tutto di se stesso. Questo è Oud; uno schiavo di sé. Padrone d’una esistenza tormentata, d’una esistenza ridotta all’osso, esaltazione della essenza stessa del vivere. Questo è Lacerazioni. O almeno, ci vuol provare».
Questa la storia pubblicata sui social. Oud, tossicodipendente per passione e professione, dopo una vita di stenti e di delusioni, fa una scelta estrema: rinchiudersi per sempre in una roulotte, ai confini dell’umanità. Senza più giudizi e sentenze del mondo, lontano dagl’occhi di tutti. Accumula cibo e droghe, per dieci anni, come un povero Ulisse, si costruisce la sua Itaca perfetta. È solo, quando un pomeriggio, una donna, che lui chiama Amanda, gli sbatte contro la porta di casa, in piena crisi d’overdose da eroina. Lui la trascina dentro, la cura, la rimette in sesto e le fa una proposta: comprare la sua disperazione in cambio di vitto, alloggio, e ogni tipo di droga da lui posseduta. Lei accetta, e lo spettacolo s’apre proprio con i due che sembrano una vera coppia, forse lo sono. Fanno di tutto, dall’amore, al sesso violento, si sposano e arrivano a darsi da mangiare parti del corpo. Alla fine, però, quando Amanda s’accorge che tutto intorno a lei si sta consumando decide di andarsene, uscire. I sei mesi di “contratto” non sono ancora terminati, eppure lei, da buona opportunista in logica col consumismo, decide di cambiare aria. Oud la minaccia, non è affatto d’accordo, cerca di farle capire che «la libertà non è mai un “fuori”. È sempre un “dentro”», ma sembra essere troppo tardi.

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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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