Nuova scoperta a Pompei, una tomba monumentale in marmo

Nuova scoperta a Pompei, una tomba monumentale in marmo

Mario Caldara

– Pompei è un pozzo delle antichità. Una volta calato il secchio fino al fondo, non si sa mai cosa possa venirne fuori. Le scoperte all’interno del sito archeologico di Pompei non mancano, e si presentano all’uomo con una costanza impressionante. Tra novità e restauri, Pompei ha guadagnato, e lo sta facendo continuamente, frecce al suo arco, con nuovi pezzi di storia risorti dal passato ed altri messi in sicurezza, protetti, salvaguardati. Ogni volta si aggiunge un tassello alla storia della “città antica”, ultimo dei quali è una tomba monumentale in marmo, che presenta una lunga epigrafe funeraria, per l’esattezza la più lunga ritrovata fino a oggi. La scritta sulla tomba è lunga quattro metri ed è disposta su sette righe. Pur non essendo indicato il nome del defunto, la tomba dovrebbe appartenere a un individuo influente nella vita pompeiana.

Schermata 2017-08-28 alle 11.08.28La scritta, infatti, indica dettagli della vita del defunto: tra questi l’acquisizione della toga virile e le nozze ma anche particolari che caratterizzarono quegli eventi, vale a dire banchetti pubblici, donazioni, giochi con gladiatori e combattimenti con belve feroci. È senz’altro un aspetto di non poco conto: a Pompei non era usuale un’epigrafe così dettagliata, un vero e proprio elogio del defunto, che porta facilmente a pensare che l’individuo avesse una certa importanza a quell’epoca. Essendo la tomba mancante dell’iscrizione, e quindi non avendo elementi certi su chi possa appartenere, le ipotesi non mancano. Si pensa possa appartenere a uno dei personaggi più in vista nella Pompei dell’età neroniana-flavia, Alleius Nigidius Maius. Questi, stando alle notizie sul suo conto, ebbe una carriera politica di successo e fu uno dei più noti tra gli impresari circa i giochi con i gladiatori e altri spettacoli.

C’è un particolare, riguardo questa nuova scoperta, che la rende ancor più affascinante e interessante. Il monumento enorme e il contenuto dell’epigrafe, infatti, fanno pensare che possano essere collegate al grande bassorilievo marmoreo con scene di processione, combattimenti tra gladiatori e venationes, conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Finora ignoto il contesto di provenienza del bassorilievo, ora quest’ultimo dovrebbe essere il completamento della tomba scoperta.

Una storia che si riscrive giorno dopo giorno, che trova i suoi pezzi mancanti, sotterrati da millenni: questa è Pompei, una città che non smette mai di sorprendere, che non esaurisce mai le proprie risorse. Pompei è una città in attesa. Aspetta con pazienza che venga svestita degli abiti moderni, spesso senza logica o fascino. Aspetta di indossare i suoi abiti originari, quelli storici, quelli che attirano milioni di turisti, inconsapevoli che la città che visitano ha ancora tanto da offrire. Cose mai viste. Cose che, con impegno, torneranno alla luce del sole.

 

 

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Maria Beatrice Crisci
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Mi occupo di comunicazione, uffici stampa e pubbliche relazioni, in particolare per i rapporti con le testate giornalistiche (carta stampata, tv, radio e web).Sono giornalista professionista, responsabile della comunicazione per l'Ordine dei Commercialisti e l'Ordine dei Medici di Caserta. Collaboratrice de Il Mattino. Ho seguito come addetto stampa numerose manifestazioni e rassegne di livello nazionale e territoriale. Inoltre, mi piace sottolineare la mia esperienza, più che ventennale, nel mondo dell'informazione televisiva, come responsabile della redazione giornalistica di TelePrima, speaker e autrice di diversi programmi. Grazie al lavoro televisivo ho acquisito anche esperienza nelle tecniche di ripresa e di montaggio video, che mi hanno permesso di realizzare servizi, videoclip e spot pubblicitari visibili sulla mia pagina youtube. Come art promoter seguo alcune gallerie d'arte e collaboro con alcuni istituti scolastici in qualità di esperta esterna per i Laboratori di giornalismo. Nel 2009 ho vinto il premio giornalistico Città di Salerno.

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