Quanto lavoro, direttore! Un anno vissuto dentro la Reggia
(Beatrice Crisci) – Gli è bastato un solo anno per diventare un protagonista della scena nazionale e per conquistare la gran parte dei cuori casertani. Con il suo accento bolognese, con il suo aspetto bonario, ma anche con il suo proverbiale stacanovismo, celebrato su mass media e social network, ebbene Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta, si è ben integrato nella città e ha sempre mantenuto un rapporto con il mondo delle associazioni.
Così, a un anno dall’insediamento di Felicori, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Pietro”, in collaborazione con il CoAsCa, l’associazione Amici della Reggia, il Forum Terzo Settore e le Piazze del Sapere, organizza un incontro pubblico per illustrare i progressi ottenuti e le criticità manifestate in questo anno di lavoro nel Palazzo Reale vanvitelliano.
L’appuntamento è per martedì 15 novembre alle ore 17 presso la Sala Conferenze della Biblioteca Diocesana. L’incontro avrà come tema “Palazzo Reale e territorio – Bilancio annuale e prospettive future”. Saranno presenti, con il direttore Felicori, il presidente dell’associazione Amici della Reggia Paolo Provitera e il portavoce del Forum Terzo Settore Pasquale Iorio. I saluti saranno affidati al direttore dell’ISSR “San Pietro” don Nicola Lombardi, mentre a moderare sarà il presidente del CoAsCa Marcello Natale.
L’evento ha lo scopo di far conoscere, più che gli sviluppi, le criticità della gestione di un patrimonio come quello della Reggia, in una realtà articolata come Caserta. Dopo la bocciatura della città come capitale europea della cultura e l’esclusione come sede del G7 delle Finanze, il capoluogo non sembra destinato a essere riconosciuto come luogo di produzione culturale o punto di riferimento per avviare nuovi progetti sociali ed economici. Ecco perché sul sito vanvitelliano ci sono molte aspettative, in quanto potrebbe rappresentare il principale volano adatto a far ripartire tutta la provincia, a rendere uniti i cittadini e a cominciare a creare un vero senso di appartenenza e di identità. Il coinvolgimento deve però riguardare tutti, istituzioni, associazioni, imprese, cittadini. Tutti devono contribuire a migliorare le sorti del proprio territorio.
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