Selva, la mostra dell’artista casertano Angelo Maisto a Milano
-A Milano, città del Bosco Verticale, l’artista casertano Angelo Maisto ha portato in esposizione il suo mondo «metanaturale», fatto di uccelli, di insetti, di piante e di fiori, in cui inserisce creature nate da oggetti assemblati. Profetizza così una sorta di «quarto regno» da affiancare ai tre tradizionali: animale, vegetale e minerale.
Angelo Maisto ha inaugurato la sua mostra personale «Selva» nel centro di Milano, nello spazio di Raw&Co in corso Magenta. L’evento nasce dalla collaborazione della Cellar Contemporary di Trento con Raw, «cabinet de curiosités» milanese. È stato lo stesso artista, con la curatrice Camilla Nacci, ad accompagnare i visitatori nel percorso espositivo durante la vernice. D’altronde Angelo Maisto, raffinato artista classe 1977, napoletano di nascita, ma cresciuto e formatosi a Santa Maria Capua Vetere, dove ha studiato al liceo artistico per poi laurearsi all’Accademia di Belle Arti di Napoli, a Milano è ormai di casa. Infatti, da gennaio insegna Arte e Immagine nel capoluogo lombardo.
Sono in mostra anche i libri pubblicati dalle edizioni Spartaco di Santa Maria Capua Vetere, che compongono la collezione «L’anima dei fiori» di Matilde Serao, di cui Angelo Maisto ha firmato le copertine con preziosi interventi pittorici. Curatrice del ciclo di volumi è Donatella Trotta. In galleria è possibile acquistare i volumi già pubblicati, quattro degli otto in cui è stata suddivisa l’opera di Matilde Serao. Dopo le rose, le violette, il mandorlo, il gelsomino, il papavero, a settembre uscirà il quinto volume con il crisantemo, il giglio, i lilla e il garofano.
Angelo Maisto in questa mostra milanese propone il suo insettario e il suo erbario, dimostrando che il confine che separa il naturale dall’artificiale è sottile. E più avanza una certa cultura tecnologica, più ci si rende conto che l’artificio produce sempre più una natura innaturale. Lavorando consapevolmente su questo sottilissimo limite, l’artista casertano mantiene un approccio scientifico e ironicamente tecnicistico in divenire. Sembra che l’evoluzione naturale della specie stia generando esseri capaci di rivoluzionare catalogazioni e classificazioni, piccoli mostri che, pur avendo forme affascinanti e divertenti, non hanno proprio più nulla di naturale.
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