Street art in Terra di Lavoro, mazzamaurielli invadono Valogno


La street art si diffonde sempre più per recuperare dal degrado le periferie delle città. Valogno non è periferia, ma come tutti i borghi d’Italia anche qui c’è stata una progressiva dispersione di abitanti e perdita di identità. Con i murales Valogno è tornato a vivere, gli artisti presenti per settimane intere hanno coinvolto intensamente la comunità, colorando muri ed anime, risvegliando antiche memorie: briganti, magie, storia risorgimentale e antichi mestieri. Alessandra Carloni ha dipinto in questi giorni il mestiere del falegname, facendo vivere la bottega di “Masto Felice”, con gli attrezzi da lavoro nella sua bottega. Poco più in là i mazzamaurielli corrono, saltano, fanno capriole, vanno in bicicletta o leggono. Un vero spettacolo! Ghiotta curiosità per questo folletto agile, vispo, dispettoso, che si intrufolava nelle soffitte delle case e vi prendeva dimora, divertendosi a spaventare la gente. A rincarare la dose e a contribuire a rendere questo personaggio diabolico e temuto, erano i genitori che l’hanno spesso usato come minaccia per calmare le turbolenze adolescenziali.

Dora Mesolella e Giovanni Casale vivono felici a Valogno con Pasquale, Valerio e Francesca, i tre figli e non smettono mai di pensare al prossimo da fare per Valogno: un museo, campi estivi per bambini con la Skuola Rikreattiva, altri murales. “L’obiettivo – afferma Casale –è rendere Valogno luogo ideale per il così detto slow-tourism, per riassaporare i saperi e i sapori di una volta, attraverso il turismo lento, sostenibile e responsabile, per scoprire i luoghi rispettandoli, per conoscere Valogno, viverlo e nello stesso tempo custodirlo in quanto patrimonio di inestimabile valore, ricchezza da salvaguardare per il benessere e la crescita comune. Ma, mi raccomando, attenzione ai mazzamaurielli che vi aspettano dietro l’angolo”.
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