Una parola al mese: Catcalling, apprezzamento o molestia

Una parola al mese: Catcalling, apprezzamento o molestia

Teresa Bifulco *

-Con il termine catcalling si fa riferimento all’insieme di comportamenti sessisti che alcuni uomini mettono in atto nei confronti di donne che non conoscono e che incontrano per la strada, al parco o in qualsiasi luogo della vita quotidiana. Per capire cosa vuol dire “catcalling”, iniziamo dal suo significato. Il termine fa riferimento ai versi emessi per richiamare (to call) l’attenzione dei gatti (cat). La traduzione letterale di catcalling è infatti “richiamo del gatto”. L’Accademia della Crusca fa risalire l’origine del significato attuale di catcalling al 1956. Nel Settecento invece, il termine “catcall” si riferiva al fischio o ai suoni lamentosi che il pubblico era solito emettere a teatro per esprimere disapprovazione verso lo spettacolo o gli attori.

In italiano il concetto è reso dal termine “pappagallismo”, sinonimo dell’attuale catcalling. La Treccani identifica con questo termine il comportamento dei cosiddetti “pappagalli della strada”, che importunano, in maniera insistente e grossolana le donne che incontrano. Una definizione ribadita anche dal De Mauro: “comportamento di chi in modo insistente importuna le donne per la strada”.

Non si tratta solo di un’espressione alla moda o dell’ultimo “trending hashtag, ma di un concetto che arricchisce e contribuisce a far evolvere la cd. questione di genere, alimentando un dibattito che ora vede nei social network il principale palcoscenico.

Indipendentemente dalla propria opinione, conoscere il significato di questo neologismo può offrire nuovi spunti di riflessione e diventare un pretesto per un confronto utile e costruttivo in famiglia, con amici e colleghi.

Volendo dare una definizione di catcalling possiamo dire che fa riferimento ai commenti sessuali fatti per strada da uomini alle donne. In realtà però non si tratta solo di commenti a sfondo sessuale: il termine fa riferimento anche a tutte quelle risatine, fischietti, commenti, o suoni del clacson che una persona (o più) rivolge a un’altra, non solo sul suo aspetto ma anche sull’atteggiamento.

Fischi, il suono del clacson, battute sull’abbigliamento, apprezzamenti sull’aspetto fisico, schiamazzi, applausi o inseguimenti a piedi o con la macchina. Si tratta di vere e proprie molestie verbali che le donne subiscono in strada da parte di estranei, e che prendono il nome di catcalling.

Il catcalling, conosciuto anche con la locuzione “molestie di strada”, è un fenomeno che quasi tutte le donne di tutte le età sperimentano quando vengono molestate da uno sconosciuto che fa commenti sessualmente espliciti nei loro confronti. Che si tratti di andare a lezione a piedi al mattino o di fare una passeggiata la sera con gli amici, il catcalling può accadere sempre e ovunque.

Per alcuni è “l’ultima frontiera delle violenze di genere, per l’Accademia della Crusca si configura, come una “molestia sessuale, prevalentemente verbale, che avviene in strada attraverso fischi, strombazzate dall’auto, apprezzamenti di cattivo gusto rivolti alle donne, indirizzati al corpo della vittima o al suo atteggiamento, domande invadenti, perfino insulti veri e propri.

Etimologicamente la parola ha origine inglese, si forma dal verbo to catcall, documentato insieme al nome corrispondente catcall. Nel significato originario di “verso che i gatti fanno di notte”, il termine catcall esiste dalla seconda metà del Seicento, si è poi evoluto a fine Settecento in “grido, lamento, suono simile a un lamento” come espressione per indicare l’atto di fischiare a teatro gli artisti sgraditi (in qualità di verbo) e il fischio di disapprovazione stesso (in qualità di sostantivo).

A partire dal 1956 ha assunto il significato attuale e racchiude un quesito interessante: qual è il confine tra apprezzamenti e molestie verbali?

Secondo alcuni si tratta di una vera e propria molestia verbale, pericolosa perché sottile e indiretta, dietro a quelli che sembrano complimenti, il catcalling rivela in realtà una scarsa stima della donna, non un modo per cercare realmente di conoscere la persona che viene per lo più assimilata a oggetto del desiderio, o peggio diventa bersaglio di frasi sessiste e volgari, se non di scherno. Un fenomeno che condiziona molte donne che non si sentono più libere di camminare tranquillamente e indossare ciò che vogliono. 

Molte persone associano i gesti dei catcaller ad espressioni di apprezzamento, come se fossero un complimento. C’è addirittura qualcuno che sostiene che si dovrebbe rispondere con un “grazie”. Pur rientrando nella definizione di molestie di strada, si tende a non considerare il catcalling come un atto di violenza psicologica.

Alcuni mesi fa una ricerca ha indagato i motivi più frequenti che portano alcuni uomini a fare catcalling e molestare le donne per strada. Lo studio ha dimostrato come la reazione che i catcaller si aspettavano dalle donne era di “cordialità”.

Per comprendere meglio il fenomeno, prendiamo una classica scena di molestie verbali. Una donna di vent’anni sta camminando per strada e incrocia un gruppo di uomini sulla quarantina, che a turno commentano con “Ehi”, “Mamma mia”, “Dove stai andando tutta sola?” e così via. Leggendo queste frasi prima di tutto notiamo che non si tratta necessariamente di un linguaggio volgare (anche se molto spesso è decisamente più volgare). Il fatto è che persone sconosciute e commenti non richiesti contribuiscono a creare una situazione scomoda, che le ragazze considerano potenzialmente pericolosa: la conseguenza è che possono quindi provare paura.C’è chi trova esagerata questa reazione, ritenendo che non si può più dire nulla perché ormai tutto è molestia. Eppure non è così. La percezione della stessa frase cambia a seconda del contesto, di come la si dice, dove, quando, da chi. Una ragazza può rispondere con un sorriso o una battuta, oppure, come spesso accade, può accelerare il ritmo stringendo forte le chiavi, in base a come si sente in quella situazione. Anche nella ricerca sopra citata è stato notato che le persone che avevano fatto catcall mostravano livelli più elevati di sessismo, aggressività e violenza e tolleranza alle molestie sessuali.

*Dottorato in Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche – Università degli Studi di Napoli “Parthenope”

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Maria Giovanna Petrillo
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Magi Petrillo alias Maria Giovanna Petrillo è professore Associato in Letteratura Francese e giornalista pubblicista. Incardinata presso il Dipartimento di Studi Economici e Giuridici dell’Università degli Studi di Napoli “Parthenope”. Insegna “Abilità Linguistiche in Lingua Francese” e “Civiltà Francofone. Dal 2021 coordina il Collegio Docenti del Dottorato di ricerca in Eurolinguaggi e Terminologie Specialistiche. Formatrice CLIL/EMILE. I suoi campi di ricerca riguardano la letteratura francese e francofona dal XIX secolo all’estremo contemporaneo; alcuni lavori indagano la polarità tra giornalismo, cinema e letteratura.

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