Cancellato il nome di Bottai a Vairano, strada intitolata a Siani
-«Una brutta pagina della nostra storia recente viene “finalmente” cancellata. Via Giuseppe Bottai nel comune di Vairano Patenora (Caserta) diventerà Via Giancarlo Siani, giornalista vittima della camorra». La notizia arriva da una nota della produzione del film Terra Bruciata.
«Giuseppe Bottai, Ministro dell’Educazione Nazionale dal 1936 al 1943, fu tra i più accesi sostenitori delle leggi razziali, curandone personalmente l’applicazione nella scuola italiana». Si legge ancora.
Dal diario di Ciano del 6 ottobre 1938 si legge: «Gran Consiglio. Problema degli ebrei. Parlano in favore Balbo, De Bono e Federzoni. Gli altri, contro. Soprattutto Bottai che mi sorprende per la sua intransigenza. Si oppone a qualsiasi attenuazione dei provvedimenti».
L’attuale amministrazione comunale è riuscita finalmente a portare a compimento la procedura amministrativa che ha condotto al cambio del toponimo. Negli scorsi anni, vari tentativi erano falliti per ignavia e, in alcuni casi, a causa di un clima politico che, in nome di un’idea raffazzonata di riconciliazione, ha tentato di promuovere la teoria secondo cui ad un fascismo violento e razzista si potesse contrapporre quella di un fascismo buono. Farneticazioni figlie di un rozzo revisionismo storico che tenta da anni di farsi strada nelle coscienze dell’opinione pubblica del nostro paese.
Il 1° maggio 2021, il Prefetto di Caserta Raffaele Ruberto, fedele ai principi e valori della Costituzione di cui è garante, ha firmato il decreto che autorizza il cambio della toponomastica, dopo aver acquisito i pareri favorevoli dell’Istituto Società Storia Patria di Terra di Lavoro e della Soprintendenza di Caserta. Un primo maggio, dopo il 25 aprile, che ci regala una bella pagina di politica grazie a quegli uomini delle istituzioni saldamente ancorati alla Costituzione e ai valori della Resistenza. Questo risultato è stato possibile grazie alla determinazione del sindaco Bartolomeo Cantelmo e della giunta comunale di Vairano Patenora, grazie al lavoro dello storico Marco de Angelis che sollevò qualche anno fa la questione, del giornalista Dante Del vecchio, del regista Luca Gianfrancesco che ha coinvolto l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e la Comunità Ebraica di Napoli, del pres. dell’ANPI (Caserta) Agostino Morgillo e di tanti altri. Una battaglia condotta con tenacia e senza lasciare spazio a provocazioni strumentali su principi costituzionali di estrema sensibilità.
Il sindaco, considerato il delicato momento sociale, si è fatto carico di portare a termine questo impegno preso con tutta la cittadinanza ed ha accolto la proposta di organizzare una cerimonia – qualora le condizioni lo permetteranno – in occasione della sostituzione della targa.
Il regista Luca Gianfrancesco, autore del film-documentario “Terra Bruciata!” e originario di Vairano Patenora ha commentato: “Finalmente, un’onta che pesava sulla memoria di un luogo che ha vissuto sulla propria pelle le violenze dell’occupazione nazista è stata cancellata. Una cultura della violenza figlia di quella stagione politica di cui Bottai era uno dei massimi esponenti”.
LE LEGGI RAZZIALI FASCITE
Con l’applicazione delle leggi razziali del 1938, gli ebrei italiani furono espulsi da tutte le cariche istituzionali, dagli ordini professionali, dagli incarichi in aziende pubbliche e private, dall’insegnamento e non poterono più praticare il commercio. Gli studenti furono cacciati dalle scuole e fu fatto divieto ai cittadini di fede ebraica di contrarre qualsiasi tipo di contratto d’affitto. Molte famiglie, soprattutto quelle impegnate nel commercio, furono costrette a cedere le loro attività a prestanome “ariani” – spesso parenti o amici – e a continuare il loro lavoro in una condizione di semi clandestinità. Con l’entrata in guerra dell’Italia, le misure si inasprirono ulteriormente. Furono creati dei campi d’internamento in tutta Italia. Dei circa 8000 ebrei italiani deportati nei campi di sterminio si calcola che più della metà furono consegnati ai tedeschi dalle autorità fasciste o segnalate da delatori italiani.
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