Il presepe piace a tutti, non è Natale senza grotta e i pastori
Tiziana Barrella (ph Gabriella Salomone)
– Una delle festività più sentite al mondo insieme al Capodanno è il tanto atteso 25 dicembre, giorno in cui si ricorda la nascita di Gesù, come da tradizione cattolico romana. Non tutti però festeggiano ugualmente e nello stesso giorno; al di là delle diverse tradizioni culturali, usanze gastronomiche e ritualistiche – che variano a seconda dei luoghi – per i Cristiani Ortodossi il Natale si celebra con ben 13 giorni di differenza ovverossia il 7 gennaio, ed è davvero tutta una questione di calendario! La maggior parte delle chiese ortodosse infatti, utilizza un calendario diverso da quello Gregoriano, istituito solo nel 1582 da papa Gregorio XIII con la bolla papale Inter Gravissimas, che modificò quello in voga fin dal 45 a.C. il vecchio calendario solare Giuliano promulgato da Giulio Cesare. Il calendario liturgico ortodosso, ancora oggi viene utilizzato in molti paesi e solo alcuni di essi (la Grecia ad esempio) hanno preferito uniformare la tradizione ed utilizzare, almeno per il Natale, la data a noi tutti ben nota.
La rappresentazione artistica del racconto evangelico trova una sua straordinaria espressione nell’arte presepiale. In Campania tradizione e innovazione si fondono grazie al laborioso operato di botteghe artigiane che operano tutto l’anno sul territorio. In particolare a Napoli esiste una zona del centro storico molto nota, dove il connubio perfetto tra storia, misticismo, amore per le antiche arti e per la modernità si fonde sapientemente: San Gregorio Armeno, luogo chiamato così in memoria del Santo proveniente dall’Armenia – venerato anche dalla chiesa copta e ortodossa – e di cui è custodito il cranio nella omonima chiesa. La santa reliquia, perfettamente conservata in uno scrigno d’argento di maestria napoletana, si trova oggi custodita in un edificio storico definito come un vero e proprio gioiello artistico del barocco e sorgente su un antico tempio dedicato alla dea Cerere.
L’insieme di famosissime stradine – meta turistica d’eccellenza nonché sede preziosa di set cinematografici – vede la presenza di molte botteghe artigiane aperte tutto l’anno ed intente a lavorare, con la tramandata tradizione di famiglia, per realizzare icone sacre, pastori e personaggi noti, incontestabili emblemi della straordinaria arte napoletana, come statuine di De Filippo, Totò, Maradona, Pino Daniele e molti altri.
Il primo presepe napoletano pare attribuirsi tradizionalmente a Martino De Simone De Jadena, che su commissione nel 1458, realizzò le sacre statuine simboleggianti la natività. In realtà l’usanza di raffigurare i sacri antenati a cui rivolgere le proprie preghiere e con cui condividere le proprie quotidiane problematiche, non è nuova e si fa risalire ad epoche più lontane nel tempo: i Romani e prima ancora di essi gli Etruschi, infatti avevano l’usanza pagana di adornare le nicchie presenti in ogni casa con “ i Lari”, figure simboleggianti gli spiriti protettivi degli antenati.
Ma l’arte presepiale sbocciò in tutto il suo splendore nel ‘700 borbonico napoletano grazie alla enorme passione del sovrano dell’epoca. Il suo gradimento per il presepe – che può apprezzarsi ancora oggi grazie all’allestimento permanente presente presso la Reggia di Caserta – fece nascere una tradizione nei nobili del tempo: ingaggiare abili artisti per la realizzazione di presepi che potessero essere graditi al re! Oggi San Gregorio Armeno, ubicato fra il Decumano Inferiore – Spaccanapoli- e Piazza San Gaetano – l’antica Agorà Greca, la piazza principale della città, diventa la vetrina affascinante e permanente di vere e proprie opere d’arte che a Natale si arricchisce di luci e profumi che riportano la mente e soprattutto l’animo, in una gioiosa atmosfera di festa e tradizioni, insomma, impossibile non visitarla ed acquistare almeno un’opera d’arte da esporre con orgoglio nelle proprie case!
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