La mossa del cavallo, a Carditello si rivive la storia borbonica
– Sotto il sole splendente di una (troppo) calda giornata d’ottobre, il Real Sito di Carditello si mostra al pubblico nella sua seconda gioventù. Abbandonato completamente a se stesso, il fiore all’occhiello dell’allevamento di cavalli e dell’agricoltura borbonica rischiava di essere distrutto dall’incuria e dalla dimenticanza. È per questo motivo che la Fondazione Real Sito di Carditello decide di intervenire e riportare la struttura ai suoi antichi fasti.
Dunque la terza edizione della manifestazione “Cavalli&Cavalieri” è l’occasione perfetta, non solo per mostrare al pubblico i passi in avanti compiuti nel lavoro di riqualificazione, ma per ribadire che la Fondazione si sta attivando anche per la ristrutturazione delle mura e il recupero dei mobili rubati. Qualora ciò non fosse possibile, ne verrà creata una riproduzione digitale. «Siamo riusciti a restituire alla Reggia il suo antico valore che va oltre le mura. Inoltre vogliamo
ripristinare l’allevamento della razza Governativa di cavallo Persano in questo luogo», spiega Luigi Nicolais. «Caserta, San Leucio e Carditello rappresentavano una visione moderna del lavoro. Qui è nata la prima rivoluzione industriale. Il complesso era il più all’avanguardia d’Europa». E fa bene, il presidente, a sottolineare l’importanza di questi tre siti. Con il galoppatoio più grande del mondo, Carditello risulta essere l’ambiente ideale per l’allevamento di equini. Così, dopo i saluti istituzionali del generale di corpo d’armata Antonio Ricciardi, comandante delle Unità forestali, ambientali e agroalimentari dei Carabinieri, del questore di Caserta Antonio Borrelli, del procuratore della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere Maria Antonietta Troncone e del sindaco di San Tammaro Ernesto Stellato, il gioco ha inizio.
Sulle note della Fanfara a Cavallo, il Quarto Reggimento dei Carabinieri ha eseguito le figure tradizionali del carosello storico, arrivando anche a simulare un attacco della cavalleria. In seguito, alcuni rappresentanti dell’associazione Aicav – Accademia italiana cavalieri d’alto volo – hanno dato una dimostrazione dell’arte della falconeria. Ci sarebbe da chiedersi se le immagini che si vedono non siano un’allucinazione causata dal sole. Oppure, ci si potrebbe guardare in torno per cercare Benigni e Troisi che scrivono la lettera a Savonarola. Fortunatamente nessuno è impazzito. È la bellezza della storia che stordisce, soprattutto quando, viva, ce la si trova davanti agli occhi.
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