Mario Martone alla Reggia di Caserta, il diario di un maestro
– Entrando nella Cappella Palatina della Reggia di Caserta è difficile non notare le donne piene di sbrillocchi, gareggiare con gli ori suntuosi del tempio. Prestando attenzione, si riesce a sentire anche il tipico rumore provocato dalle calzature di pelle lucida indossate dagli uomini. Troppa eleganza, forse un’ostentazione, direbbe chi non sa. Ma noi siamo devoti ai riti e conosciamo gli abiti liturgici. Conosciamo, inoltre, la tradizione: non ci si può presentare ai “semi-dei” vestiti male, va contro ogni principio della kalokagathìa. Così, con il vociare che fa da canto d’ingresso e il flash dei fotografi che tiene il tempo, arrivano gli essere eletti e, osservando gli sguardi commossi dei presenti, non è facile capire quanto siano uomini e quanto divinità.
Da tre anni a questa parte, l’Università degli studi Luigi Vanvitelli, in collaborazione con la rivista Ciak, ricrea questo scenario. La manifestazione Maestri alla Reggia mette in contatto i grandi del cinema con chiunque ne abbia voglia, gratuitamente. Protagonista della prima serata del nuovo ciclo è stato Mario Martone, regista napoletano, intervistato da Piera Detassis, nota critica cinematografica. Hanno supportato il già citato cast anche Toni Servillo, Ippolita di Majo e, a sorpresa, Marianna Fontana, la giovane attrice cui Martone ha assegnato il ruolo di protagonista nel suo prossimo film “Capri Revolution”.
Le domande della Detassis hanno scavato il più possibile nell’opera martoniana e, tra le tante cose, si è riusciti ad avere anche un assaggio del suo ultimo lavoro. «Mi definiscono un regista intellettuale – dice Martone – ma i miei film nascono dall’ignoranza. Mentre scopro ciò che non so, cerco di portarlo in viaggio con gli spettatori». La replica di Servillo, con ironia: «Quando abbiamo fatto il primo film insieme, primo per lui da regista e per me da attore, Mario non sapeva se dovesse dire prima motore, ciack o azione». L’atmosfera è irresistibile, ma il tempo stringe. Nasce così l’esigenza di chiudere alla maniera di Martone, ci vuole un finale aperto. Quindi, in ultima battuta, viene dato appuntamento al 7 novembre, alle ore 18, con Paolo Virzì e Francesco Piccolo. Dopodiché gli ospiti non fanno neanche in tempo ad alzarsi che vengono circondati da una folla estasiata. La foto è la richiesta più gettonata. D’altronde, come si fa a stampare un santino senza un’immagine?
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