Nozze a Pompei, dagli scavi affiora il grande carro cerimoniale

Nozze a Pompei, dagli scavi affiora il grande carro cerimoniale

Luigi Fusco

– Il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata hanno reso noto il ritrovamento di uno straordinario reperto archeologico affiorato, in maniera integra, nel corso dello scavo della villa suburbana stante nel sito di Civita Giuliana, località posta a nord di Pompei. La scoperta è stata effettuata nell’ambito della campagna di contrasto alle attività illecite condotte da clandestini perpetrate ai danni dell’area già interessata alle indagini archeologiche svolte dalla locale soprintendenza.

Il reperto, oggetto della sensazionale scoperta, è un grande carro cerimoniale a quattro ruote ancora dotato dei suoi elementi in ferro, delle sue decorazioni in bronzo e stagno, dei resti lignei mineralizzati e delle impronte degli elementi organici: dalle corde ai resti degli ornamenti vegetali. È stato, poi, rinvenuto, quasi integro, il porticato antistante la stalla, dove già, nel 2018, vennero ritrovati i resti di tre equidi, tra cui un cavallo bardato. Il recupero di tutti questi reperti è da ritenersi un evento di grande importanza che contribuisce a dare nuove linee di lettura storica relative agli ultimi istanti di vita della villa e dei suoi frequentatori, prima e durante la fatidica eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

L’attività di scavo, ancora in corso, ha un duplice obiettivo. Da un lato, fornire le coordinate indispensabili alla cooperazione delle indagini archeologiche con la Procura di Torre Annunziata, in modo da prevenire l’eventuale depredamento del patrimonio culturale sempre più oggetto di furti da parte di alcuni tombaroli attivi nell’area vesuviana. Dall’altra parte, intensificare le ricerche sul territorio così da portare alla luce e salvaguardare precipue testimonianze dell’antico comprensorio pompeiano.

A condurre gli interventi è stato un team interdisciplinare che ha coinvolto archeologi, architetti, ingegneri, restauratori, archeobotanici, antropologi, vulcanologi e maestranze specializzate.

Il carro ritrovato era in origine un veicolo da trasporto, noto come pilentum, che veniva impiegato dalle classi dominanti quando dovevano recarsi in luoghi dove erano previste solenni cerimonie.

Tecnologicamente avanzato nella sua struttura, tale mezzo era dotato di quattro ruote e del cassone su cui era inserita la seduta, per uno o due persone, contraddistinta dalla presenza di braccioli e schienale metallici.

Questa tipologia di carro risulta essere una testimonianza unica nel suo genere, in quanto è la prima volta che viene trovato un veicolo di spostamento non connesso alle attività agricole e commerciali.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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