A Santo Stefano tutto fa brodo, mancano le visite ai presepi
– Il 26 dicembre, per quanto giorno di festa, è stato sempre considerato un po’ catartico: sia nelle sue forme celebrativi che nelle pratiche rituali. Dopo le pantagrueliche mangiate della vigilia e del giorno di Natale, a Santo Stefano si pranza con il brodo, seppur di sostanza, accompagnato comunque da ricchi contorni. Nella medesima giornata si è soliti andare in giro a visitare presepi o ad assistere a presepi viventi, molto, diffusi, quest’ultimi in vari centri del casertano.
Purtroppo, considerate le recenti misure anti-covid, per quest’anno non sarà possibile mantener fede a quest’usanza, ma, nonostante tutto, la sua rievocazione può aiutare a mantener viva la memoria in questo particolare momento storico. Al riguardo, era consuetudine andar a veder il Presepe della Reggia di Caserta; migliaia di visitatori, soprattutto nostrani, giungevano al palazzo vanvitelliano per ammirare la copiosa collezione di pastori appartenuta ai Borbone; un’occasione, questa, che dava l’opportunità di vedere anche gli appartamenti storici e le opere d’arte esposte. Vi erano poi i primi appuntamenti con i presepi viventi, veri e propri tableaux vivants, che cominciavano ad esser approntati alla Vaccheria, a Cuccagna di Casagiove, a Sant’Angelo in Formis e a Camigliano. Soprattutto in quest’ultima località, nel giorno di Santo Stefano, prendeva vita il presepe all’interno della Grotta di San Michele: sito di sorprendente bellezza naturalistica e di grande interesse storico-artistico. Trattasi di una sorta di caverna disposta alle pendici del monte che sovrasta Camigliano, al cui interno, oltre alle numerose stalattiti, è presente un affresco di San Michele Arcangelo, datato al Trecento; ed è proprio dentro questa grotta, dalla dimensione infera, che arrivava la luce attraverso la messa in scena della magica nascita del Gesù Bambino.
Luigi Fusco – Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.
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