Carnevale! Dopo Sant’Antuono iniziano travestimenti e suoni
Sant’Antuono, maschere e suon’, è l’antico detto che si recita nel giorno di Sant’Antonio abate, evento che apre le porte al periodo di Carnevale. Inizia così il tempo dei festeggiamenti carnascialeschi, il cui culmine verrà raggiunto tra il giovedì e il martedì grasso prossimi, previsti per la seconda decade di febbraio.
Il Carnevale è un evento diffuso in tutto il mondo, per quanto ogni nazione lo celebra in momenti diversi dell’anno; contestualmente, molteplici sono le tradizioni che lo caratterizzano, sia all’estero che in Italia. Restando in ambito nazionale, in Campania tante sono le consuetudini che contraddistinguono le celebrazioni del carnevale, che cambiano a seconda delle province e soprattutto dei territori che ne fanno parte. Numerose, ad esempio, sono le usanze presenti in area casertana: dalle esibizioni dei bottari, particolarmente sentite nei centri di estrazione rurale collocati nel piano campano, alle spontanee sfilate di carri allegorici, frequentemente allestite nei paesi dell’entroterra. Tra maschere antiche e moderne, nessuno rinuncia a rinnovare, ogni anno, questa festa, le cui origini sono antichissime e forse si perdono nella notte dei tempi. Secondo alcuni studiosi, le radici sono da ricercare in alcuni rituali dionisiaci. Durante quest’ultime celebrazioni era possibile determinare la momentanea dissoluzione degli obblighi sociali e delle varie gerarchie, in modo tale da sovvertire ogni ordine precostituito fino a raggiungere il dileggio o la dissolutezza. Dal punto di vista strettamente religioso, si invocava il caos che, per un periodo limitato, andava a sostituire la composta armonia di una qualsiasi società, salvo, poi, il ritorno all’equilibrio e alla regolare quotidianità vissuta. A supportare questa usanza c’era la convinzione che ogni cosa doveva esser stravolta per poi tornare alla normalità, in modo tale da assicurare la ciclicità della vita e dell’universo. Sia il travestimento, sia l’impiego delle maschere hanno una storia che si fonda con altre tradizioni pagane. Già nelle culture pre-romane, soprattutto del territorio campano, si era soliti abbellire le abitazioni, ma in particolare i santuari, con grosse antefisse, veri e propri mascheroni raffiguranti la testa di Gorgone, la cui funzione era apotropaica e serviva ad allontanare gli spiriti maligni. Questa pratica aveva una sua dimensione magico-rituale che, però, con il passar del tempo e l’affermazione del cristianesimo ha perso la sua valenza primordiale fino a divenire una forma di divertimento popolare che, appunto, si rinnova in tempo di carnevale.
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