Giovedì grasso ma non troppo, una lettrice scrive in redazione
– È giunta una lettera in redazione. Sta per cominciare il periodo di carnevale, ma si è ancora in piena emergenza covid. Una lettrice scrive per condividere una sua riflessione sul tempo delle celebrazioni carnascialesche e sull’assenza di veri e propri divertimenti destinati per la maggiore ai bambini, ma anche per comunicare che, nonostante tutto, si può continuare a sperare in un ritorno alla normalità. Questo il testo:
«Tra mascherine chirurgiche, di stoffa e fp2, ogni tanto si intravedono, solo sui volti di innocenti bambini, maschere di carnevale. La loro presenza, così come i pochi coriandoli che si vedono per strada, ci riportano al calendario delle tradizionali celebrazioni carnascialesche, nonostante tutto, nonostante il covid.
“Si aprono le danze”, direbbe qualcuno, inaugurando così il tempo dei lazzi e dei frizzi, dei travestimenti, del capovolgimento della realtà sociale, delle irriverenze nei confronti delle istituzioni ufficiali, sia laiche che religiose, e delle pantagrueliche mangiate di lasagne, polpette, migliacci e sanguinacci. Eppure, qual paradosso rappresenta quest’anno il carnevale, considerato che segna l’anniversario dell’inizio della pandemia, a un anno dall’arresto totale dell’umanità intera.
L’emergenza della pandemia ha fermato tutto. Le cittadine maggiormente note per i loro storici eventi carnevaleschi non hanno potuto avviare alcun tipo di organizzazione. Le scuole in Campania, così come in tante altre parti d’Italia, non avranno altri giorni di festa se non quello del martedì grasso. Non ci saranno feste, sfilate, concerti e veglioni, ma solo tanta tristezza. A venir meno, come del resto lo è stato finora, sarà la felicità dei bambini, le cui dinamiche contemporanee sono a loro incomprensibili, per quanto, con buona probabilità, hanno già toccato la sfera più recondita del loro animo.
Tant’è, giovedì grasso verrà comunque e pertanto sarà opportuno, ancora una volta, provare ad andare avanti e trovare la giusta quadra indispensabile a rinvenire un “senso” diverso alla surreale quotidianità che si sta vivendo in questo singolare momento storico. Proveremo a indossare altre “maschere”, magari più idonee al buon senso e meno condizionate da sentimenti di ipocrisia.
Faremo tanta ironia, su noi stessi ovviamente, nel tentativo di esorcizzare qualsiasi tipo di malessere. Mangeremo la lasagna, magari pensando quanto è buona e “in barba” a qualsiasi dieta.
L’auspicio, però, sarà un altro, quasi come se fosse una magia: che questo carnevale possa realmente sovvertire la realtà che stiamo vivendo, facendoci tornare alla normalità di un tempo/F.C.».
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