Museo della Certosa di San Martino, nuove aperture e novità
Luigi Fusco (ph in copertina Enzo Tafuto)
-Nonostante le ristrettezze anti-covid, continua ininterrottamente l’offerta culturale da parte di alcune istituzioni museali della Campania. Dopo le iniziative promosse dalle direzioni del Museo Nazionale Archeologico di Napoli e del Palazzo Reale di Piazza del Plebiscito, seguono, ora, quelle del Complesso Monumentale della Certosa di San Martino. Per quanto riguarda gli accessi e le visite, saranno possibili dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 17, con ultimo ingresso previsto alle 16; resta invariata la chiusura nel week end, disposta dal DPCM del 14 gennaio scorso.
Del plesso museale e dell’antica Certosa sono, per il momento, aperti: la Chiesa, senza accesso alla navata, il Cortile Monumentale, il Chiostro dei Procuratori, l’Androne delle Carrozze, la Terrazza del Belvedere, il Quarto del Priore e la Sezione Presepiale, dove, fra l’altro, sono in corso interventi di modernizzazione dell’impianto d’illuminazione. Sono, inoltre, accessibili: il Chiostro Grande, il Parlatorio, la Sala del Capitolo, il Coro, la Sagrestia, la Cappella del Tesoro ed il Refettorio. Tutti questi spazi potranno essere visitati da singoli o da gruppi formati da massimo 10 persone, compresa l’eventuale guida turistica, nel rispetto del distanziamento di almeno 1 metro.
La vera novità della Certosa è, però, la riapertura stabile della Sezione dell’Ottocento Napoletano, un evento che sta a simboleggiare l’avvenuta ripresa dell’attività museale. Al suo interno sono esposte eccezionali testimonianze pittoriche e scultoree realizzate dai più importanti esponenti dell’arte partenopea del XIX secolo. Circa 950 dipinti appartenenti alla Scuola di Posillipo sono presenti in questa galleria, provenienti da donazioni fatte, nel corso degli anni, da vari rappresentanti della borghesia napoletana. Tra i vari autori, ricorrono i nomi di Francesco Netti, Michele Cammarano, Giacinto Gigante, Vincenzo Migliaro, Domenico Morelli, Eduardo Dalbono, Francesco Paolo Michetti, Giuseppe De Nittis e Antonio Mancini. Vi sono, poi, anche quadri di Frans Vervloet, Gabriele Smargiassi, Anton Sminck Pitloo, Luigi Fergola, Gaetano e Giacinto Gigante, autori già attivi presso la corte borbonica, oltre ad alcuni preziosi dipinti della Scuola di Resina. Per quanto concerne le sculture, si rivelano alcuni pezzi in terracotta esposti eseguiti da Vincenzo Gemito, Giuseppe Renda e Filippo Tagliolini. La sezione dell’Ottocento resterà aperta dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 14.
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