Prosit 1990, a Pasqua in tavola trionfa il territorio casertano
(Enzo Battarra) – I fasti della Pasqua sono ormai trascorsi. Passata è la festa, con la sua spiritualità, con la sua fede, ma anche con la sua tavola. OndaWebTv aveva dato le sue indicazioni, le sue coordinate per una tavola pasquale che sapesse esaltare la tradizione tra raffinatezze delle proposte e capacità di innovare il patrimonio gastronomico.
Si è scelto di vivere l’esperienza al Prosit 1990 dello chef-patron Peppe Russo, da tutti chiamato Peppone. Nel locale della centralissima via Francesco Ferrante, all’ombra della Reggia vanvitelliana, regna l’equilibrio tra territorio, tradizione e innovazione.
L’aperitivo ha vissuto nella memoria della consuetudine familiare campana, quella della ricotta, dell’uovo, dell’affettato. Ed ecco arrivare in tavola la cagliata calda di latte di bufala al sale affumicato, l’uovo cotto a bassa temperatura allo zafferano e lo gnocco fritto con suprema d’oca affumicata.
L’antipasto ha visto il trionfo di una insalatina tiepida di faraona di voliera con asparagi e ristretto di melagrana.
Due i piatti di mezzo. Spettacolare il raviolone farcito di caviale di melanzana con estratti di datterino giallo e provola affumicata. Irrinunciabile la minestra maritata “a modo nostro”, piatto più che tipico della tradizione, ma rivisitato con leggerezza e gusto.
Il piatto di carne non poteva non essere il capretto, al di là delle polemiche e degli artifici del momento. Prosit ne ha proposto la versione selvatica alle Capuanelle in salsa menta.
Per chiusura la mousse di fragole di Parete, orgoglio di Terra di Lavoro.
Il dolce? La pastiera calassica. Che altro, se no? Dopo tanta innovazione e rivisitazione gastronomica della tradizione, un punto fermo ci voleva. Squisita!
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