Risveglio di primavera, le Giornate Fai a Pietramelara e Riardo
– «Bilancio delle presenze positivo sia a Riardo che a Pietramelara». Così si è espresso Dante Specchia alla guida della delegazione casertana del Fai a conclusione della “due giorni”, Giornate di Primavera, dedicate alla scoperta di bellezze troppo spesso nascoste o sconosciute. La delegazione della provincia di Caserta, ha dedicato infatti queste due Giornate Fai di Primavera, ai Comuni di Pietramelara e Riardo.
I due suggestivi borghi sono rientrati così a pieno diritto nel primo grande evento nazionale dedicato ad arte e cultura organizzato dopo l’ultimo periodo di lockdown. Un plauso va tributato alle due amministrazioni comunali, che non solo hanno patrocinato le Gfp, ma hanno offerto anche una fattiva collaborazione.
Si è andati alla scoperta del borgo di Pietramelara e della torre medievale, con una passeggiata che ha condotto dalla porta di ingresso della Madonna della Libera verso tanti vicoletti e stradine, fino in cima alla torre, dove si è ammirata la struttura circolare radiocentrica del borgo, oltre ai caratteristici resti della fortificazione con mura e torri medievali. Le visite sono state condotte dai narratori della Pro Loco, che ha curato l’evento insieme con i volontari Fai. È piaciuto molto il centro storico di Pietramelara, che sarà probabilmente candidato nella campagna nazionale «I luoghi del cuore 2022» come luogo urbano diffuso da preservare.
A Riardo è stato aperto il castello medievale, imponente struttura difensiva di epoca angioina, che conserva ancora intatti i bastioni e le merlature. Aperta anche la chiesa di San Leonardo di epoca romanica con un imponente portale d’ingresso. Inoltre, ma solo per i soci Fai, è stato possibile ammirare anche la cappella della Madonna della Stella con i suoi affreschi medievali di scuola campana. I narratori erano i volontari della Pro Loco Eduardo de Filippo. Inoltre, come di consueto, è stato possibile visitare il Parco delle sorgenti Ferrarelle di Riardo, patrocinato dal Fai, dove sorge la Masseria Mozzi, tipico esempio di tratturo di fine Ottocento, oggi sede dell’Azienda Agricola biologica Masseria delle Sorgenti Ferrarelle. Sono state effettuate visite, a cura dei volontari Fai, anche allo stabilimento di imbottigliamento.
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