Una donna chiamata Augusta, il culto di Sant’Elena a Caserta

Una donna chiamata Augusta, il culto di Sant’Elena a Caserta

Luigi Fusco

– Designata a essere tra le principali sostenitrici del cristianesimo primitivo, madre dell’imperatore Costantino, Elena, per quanto fosse di origini nobili e pagane, dimostrò sin da piccola di avere grandi doti d’ingegno e tanta bontà d’animo. Nata a Roma nel 250, giovanissima venne promessa in matrimonio all’ufficiale Costanzo Cloro che la portò con sé in Dardania, antica regione dei Balcani, dove aveva ingenti proprietà e terre.
Altri studiosi sono, invece, dell’opinione che Elena fosse nativa di Depranum in Bitinia nel golfo di Nicomedia, odierna Turchia, città poi reintitolata Helenopolis in suo onore dal figlio Costantino.
A Naisso, attuale Nis in Serbia, ebbe, invece i natali, nel 272, proprio quest’ultimo, noto come il “Grande Imperatore” che diede, prima, la libertà di culto al Cristianesimo e, poi, lo fece diventare religione di stato.
Nel 293, Elena venne legalmente ripudiata dal marito. Scelta che dovette eseguire dietro ordine degli imperatori d’oriente e occidente, Diocleziano e Massimiano, dopo che era stato investito del ruolo di “Cesare” dal Senato romano.
Difatti, Costanzo, dopo aver conseguito tale carica fu costretto a sposare Teodora, la figliastra di Massimiano, nel rispetto della logica politico-aristocratica del tempo e per poter far poi carriera all’interno della Tetrarchia. A Elena, intanto, venne concesso di vivere da donna libera, insieme a suo figlio, nella propria villa in Illiria, regione ora corrispondente alla parte occidentale della penisola balcanica.
Quando Costantino divenne imperatore, nel 306, conferì alla madre il titolo di Augusta e le diede la possibilità di entrare in contatto con la fede cristiana.
Elena, nonostante fosse già sessantenne, iniziò un nuovo percorso di vita impegnandosi in molte opere di carità e aiutando il figlio nelle pratiche indispensabili a dare autorità alla Chiesa di Cristo.
Dopo il Concilio di Nicea, tenutosi nel 325, incentrato sulla consustanzialità tra Dio e Gesù, madre e figlio si impegnarono a far costruire innumerevoli basiliche in tutto l’impero, specialmente in Terra Santa.
A Elena si deve il ritrovamento a Gerusalemme del Santo Sepolcro e del legno della “vera croce” che venne poi portato in processione presso la cattedrale della stessa città.
Continuò la sua esistenza svolgendo altre pratiche di carità, fino a quando non morì, tra le braccia di Costantino, nel 326. La sua ricorrenza è per la chiesa cattolica fissata al 18 agosto, mentre per quella ortodossa al 21 maggio.
In Terra di Lavoro, Sant’Elena è patrona di Casapesenna, ma il suo culto è ricordato anche a Caserta attraverso la storica chiesa di Sant’Elena collocata nei pressi della Reggia vanvitelliana.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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