Vita in negativo, il libro di Tommasetti e Calò al Buon Pastore
-«Elogio del Negativo». Questo il titolo del libro di Aurelio Tommasetti e da Lorenzo Calò per Rubbettino. Appuntamento venerdì 29 ottobre alle ore 17,30 nella Sala Moscati della Parrocchia del Buon Pastore a Caserta. L’incontro, moderato dal giornalista Nico Pirozzi, vedrà oltre agli autori la presenza di Domenico Airoma procuratore capo della Procura della Repubblica di Avellino e Giovanni Bo presidente sezione Turismo di Confindustria Caserta. Ad aprire l’incontro i saluti di don Antonello Giannotti parroco del Buon Pastore. Il reading (Gloria Motta e Francesca Cicala) e l’intervento musicale (Antonio Nuzzo) saranno a cura degli studenti dell’Itis Giordani guidato dalla preside Antonella Serpico.
“L’epidemia ha imposto una nuova categoria dell’essere, il ‘negativo’, che è diventato sinonimo di ‘non malato’, dunque incolume rispetto all’aggressione del male. Un rovesciamento linguistico e logico che ha anche profondamente modificato le prospettive in campo politico, economico, sociale, culturale. ”Chi ha detto che positivo è sempre sinonimo di ottimismo e felice approdo del pensiero dominante, della prassi quotidiana, dell’esperienza di vita? E se non fosse così? Da questo ribaltamento della prospettiva è nato ‘Elogio del negativo’, La dura legge del Covid.
“Se sei negativo al tampone stai bene, se risulti positivo vuol dire che il virus ha beccato anche te. L’epidemia ha imposto una nuova categoria dell’essere, il «negativo», che è diventato sinonimo di «non malato», dunque incolume rispetto all’aggressione del male. Un rovesciamento linguistico e logico che ha cambiato il paradigma della comunicazione ma che ha anche profondamente modificato le prospettive in campo politico, economico, sociale, culturale”. A dirlo è Aurelio Tommasetti, già rettore dell’università di Salerno e coautore, assieme al giornalista Lorenzo Calò, del libro.
Il libro si propone di attuare un’analisi dei cambiamenti che questa pandemia ha apportato al nostro mondo. Appare evidente che siamo di fronte a un mutamento epocale e approfondire alcune tematiche aiuta ad acquisire una più matura consapevolezza dell’importanza di agire in fretta per evitare che gli effetti negativi del Covid si radicalizzino in un sistema Paese già in estrema difficoltà,
Si è imposta una nuova categoria dell’essere, il negativo, che sembra essere – secondo la logica che si è affermata negli ultimi due anni – incolume rispetto all’aggressione dal male. Una visione di società, di economia, di organizzazione della vita pubblica e delle istituzioni, perfino dell’etica, permeata dall’incertezza e dal timore.
Il mondo universitario ha dovuto rapidamente cambiare rotta rispetto ai suoi elementi caratteristici che lo avevano contraddistinto sin dalle sue origini. È stato fatto un uso massiccio della didattica a distanza, che ha consentito di superare un momento di crisi ma che, certamente, non può rappresentare la soluzione definitiva per la fruizione dell’offerta formativa delle università tradizionali. Eppure, ancora oggi, nonostante l’elevata copertura vaccinale, si riprende in presenza parzialmente e con tanti dubbi sul futuro.
Colpisce molto un capitolo del libro “La ricerca ci salverà”. Cosa significa? Il Covid ha dimostrato la crucialità della ricerca scientifica. Oggi, se si vuole puntare ad avere atenei e centri di ricerca competitivi è necessario, anzitutto, contemperare il criterio dell’eccellenza nel finanziamento della ricerca con un ritorno a un finanziamento diffuso. Bisogna, poi, sburocratizzare la macchina amministrativa delle università e dei centri di ricerca: usare i fondi di ricerca è diventato problematico e l’opera di valutazione dell’attività universitaria (assolutamente necessaria) è divenuta una burocratica raccolta di informazioni, che si traduce nella continua compilazione di moduli, il cui uso non sembra in alcun modo promuovere una miglior ricerca o una miglior didattica.
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