Festa per Sant’Agata a Capua, riapre la chiesa dell’Annunziata

Festa per Sant’Agata a Capua, riapre la chiesa dell’Annunziata

Luigi Fusco

– La città di Capua si prepara a festeggiare la sua santa patrona Agata, il cui dies natalis è previsto per sabato 5 febbraio. In occasione della sua ricorrenza verrà riaperta al culto la chiesa dell’Annunziata in corso Appio, chiusa per lungo tempo ai fedeli in quanto interessata da una serie di interventi di restauro della sua struttura architettonica. Alle 10 verrà celebrata la messa dall’arcivescovo di Capua Salvatore Visco. Dopo la celebrazione eucaristica vi sarà l’intervento dei progettisti che hanno curato i lavori di ristrutturazione e di Mario Pagano, soprintendente per i beni archeologici, belle arti e paesaggio per le province di Caserta e Benevento. A seguire vi sarà lo scoprimento di un affresco rinvenuto nella parte esterna dell’edificio. L’intera manifestazione si svolgerà nel pieno rispetto delle norme anti-covid.  La giornata sarà intanto dedicata alla commemorazione di Sant’Agata, nata e vissuta a Catania nel III secolo, a cui i capuani sono molto legati a partire dal momento dell’arrivo in cattedrale della sua preziosa mammella al tempo della fondazione longobarda della città.  Ad Agata sono, inoltre, legati una serie di eventi prodigiosi rimasti nella memoria collettiva locale. Tra questi, l’evento più significativo è da ricercare nella narrazione dell’invenzione della sua reliquia. Questa era stata allocata, da tempo immemore, all’interno di un piccolo tempio innalzato al di sopra del monumentale campanile romanico del duomo. A seguito del suo crollo, avvenuto durante il terremoto del 1456, venne ritrovata dal cardinale Giordano Caetani d’Aragona che le diede una nuova sistemazione all’interno della Cappella del Tesoro.

Come da tradizione, durante la solennità di Sant’Agata viene ancora oggi esposto in cattedrale il suo busto reliquiario in argento, opera realizzata, agli inizi del Settecento, dall’orefice napoletano Giovan Battista Buonacquisto. Invocata contro la peste, ma anche per arrestare eruzioni e terremoti, la consueta iconografia di questa santa è, spesso, assimilabile a quella di un’eroica popolana: mistica e sensuale allo stesso tempo. Nella stessa cattedrale si conserva, poi, anche un pezzo del manto di Agata che, secondo la leggenda, venne utilizzato da una pia donna per coprire la santa mentre veniva adagiata sui carboni ardenti. Un’altra versione del racconto miracoloso riporta, invece, che lo stesso mantello era di colore bianco e divenne rosso al solo contatto con il fuoco della fatidica brace del martirio.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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