San Vitaliano, festa nell’eremo che lo accolse a Casola

San Vitaliano, festa nell’eremo che lo accolse a Casola

Luigi Fusco

– Domenica 18 luglio si terranno i festeggiamenti in onore di San Vitaliano presso l’Eremo di San Vitaliano in Casola di Caserta. Il secolare edificio di culto, tra i più rinomati e suggestivi della provincia casertana, sarà protagonista delle celebrazioni eucaristiche delle 12 e delle 19, animate dal coro CantEremo. A sostenere l’iniziativa è il parroco di Casola e Pozzovetere don Valentino Picazio insieme all’Associazione Onlus Eremo di San Vitaliano. Frammentarie e scarse sono le notizie sulla biografia di San Vitaliano. Nacque nell’antica Capua intorno al secolo VIII. Venne consacrato vescovo della sua città e il suo governo pastorale si caratterizzò per l’impegno svolto nella missione evangelica condotta con umiltà e devozione.

Nonostante il suo operato, venne accusato di immoralità e amareggiato andò via da Capua dirigendosi verso Roma. Durante il viaggio i nemici lo inseguirono e, raggiuntolo in riva al mare presso l’antica Sinuessa, lo chiusero in un sacco di cuoio e lo gettarono tra le onde. Grazie all’intercessione divina, Vitaliano raggiunse Ostia sano e salvo. Presso questa località si trattenne per circa sette mesi, nel mentre la sua Capua venne colpita da carestie, malattie e grandi siccità, tanto che gli stessi capuani compresero di essere incorsi nella punizione del Signore per il male che avevano fatto nei confronti del santo. Non esitarono, perciò, a cercarlo per farsi perdonare. Vitaliano ritornò così a Capua e invocò la grazia della pioggia che cadde copiosa.

Dopo quest’esperienza rifiutò l’episcopato e si ritirò a vita eremitica presso il luogo dell’antica Caserta chiamato al tempo “Miliarium”. In questa zona trascorse alcuni anni compiendo molti miracoli. Negli ultimi momenti della sua vita il santo si trasferì sul monte Partenio e, secondo la leggenda, sembra sia stato lui il fondatore del Santuario di Montevergine. Presso l’altura avellinese condusse l’esistenza terrena, morendo il 18 luglio dell’800. Le sue reliquie nei secoli sono state oggetto di venerazione e in merito si narra della miracolosa manna che trasudava dal suo sepolcro, collocato, nel Cinquecento, in un’apposita cappella eretta a Catanzaro dal conte Pietro Ruffo dopo aver recuperato le sue spoglie. Il culto di San Vitaliano è molto diffuso a Sparanise, Capua, Benevento ed Avellino, mentre l’Eremo di Casola, ristrutturato in anni recenti, è tra i luoghi più frequentati dalla cristianità campana grazie anche all’iniziative liturgiche promosse dallo stesso don Valentino Picazio.

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Luigi Fusco - Docente di italiano e storia presso gli Istituti Superiori di Secondo Grado, già storico e critico d’arte e guida turistica regione Campania. Giornalista pubblicista e autore di diversi volumi, saggi ed articoli dedicati ai beni culturali, alla storia del territorio campano e alle arti contemporanee. Affascinato dal bello e dal singolare estetico, poiché è dal particolare che si comprende la grandezza di un’opera d’arte.

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