Vanessa Scalera al Garibaldi, la “Tataranni” incontra il pubblico
Emanuele Ventriglia -Vanessa Scalera, l’Imma Tataranni della notissima serie tv, ospite del Teatro Garibaldi di Santa Maria Capua Vetere. L’attrice è andata in scena lo scorso giovedì 18 gennaio con lo spettacolo «La Sorella Migliore», diretto da Francesco Frangipane. Insieme a lei, sul palco Daniela Marra, Giovanni Anzaldo, Michela Martini. La drammaturgia è di Filippo Gili.
Prima dello spettacolo, la compagnia ha partecipato al «Teatro degli Incontri» nel Salone degli Specchi del Garibaldi. Al dibattito, moderato da Mimmo Cice per il Teatro Pubblico Campano, erano presenti l’assessore con deleghe alla Pubblica Istruzione Edda De Iasio e il consulente del comune per il teatro Gerardo Di Vilio. Insieme a loro, nella sala piena, una rappresentanza di studenti del Liceo Classico Cneo Nevio: continua dunque il percorso di formazione stipulato tra le scuole della città e l’amministrazione comunale, che ha come obiettivo quello di avvicinare i giovani alla realtà teatrale.
Durante l’incontro, il regista Francesco Frangipane ha ricordato di aver fatto il suo debutto come attore, ormai circa 15 anni fa, proprio nel teatro sammaritano: si tratta dunque di un ritorno per lui, anche se in altra veste.
Vanessa Scalera ha risposto alle domande dei ragazzi, parlando del suo ruolo in Imma Tataranni, del suo ultimo lavoro cinematografico in «Palazzina Laf» di Michele Riondino e di quanto le piaccia mettersi in gioco, interpretando personaggi molto diversi tra loro e accettando sempre nuove sfide. Ad esempio, quella di partecipare da non napoletana ai remake televisivi delle commedie di Eduardo insieme a Massimiliano Gallo: «Ho certamente guardato tutte le grandissime attrici che mi hanno preceduto», commenta, «ma le ho tenute con me esclusivamente come background culturale. Ad esempio, ho messo da parte le vecchie Filumene per interpretarne una totalmente nuova, diversa. Solo così un’opera può continuare a vivere, sotto nuova luce».
Riguardo a «La Sorella Migliore», dichiara: «Lavoro insieme a Francesco e Filippo da tanti anni, da quando cercavamo tutti insieme la nostra indipendenza artistica. Dopo tanto tempo in cui si parlava di riportare qualcosa a teatro insieme, abbiamo lavorato a questo testo, che dà considerazioni sui rapporti familiari, con elementi di racconto ben precisi. Per me lavorare con loro è come essere a casa».
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